Quando si parla di donne che vivono nei Paesi che si affacciano nelle rive lontane dal Mediterraneo, dove il patrimonio di valori, la chiavi di identità, il modello di vita  non coincidono con la dimensione antropologica e culturale riconducibile alla connotazione patriarcale della nostra società occidentale o nordafricana, si rivela quanto la realtà sia più complessa di quello che appare. Al centro di un ambiente ricco di sovrapposizioni e di contraddizioni socio-culturali, le donne dell’isola di Martinica costituiscono un elemento cruciale all’interno di quella società, contraddistinte da una transculturalità che ha origini lontane e che però ha di fatto permesso che si sviluppassero elaborazioni differenziate nel vissuto sociale fortemente penalizzanti per le donne. Alla comprensione del fenomeno – “Non si può smantellare la casa del padrone con gli attrezzi del padrone”, secondo la femminista afroamericana Audre Lorde – Human Rights Youth Organization ha dedicato un progetto specifico, denominato “Every woman is an Island”, realizzato in Martinica con il finanziamento del programma Erasmus + della Comunità Europea. Il progetto consiste in un interscambio di buone pratiche nel campo dell’empowerment femminile tra una associazione del luogo, D’Antilles et D’Ailleurs, e l’italiana HRYO.

Il progetto è stato in grado di fornire nuovi strumenti e metodologie ai partecipanti e alle associazioni coinvolte, che hanno condiviso le buone pratiche già implementate nei rispettivi Paesi.  Con il supporto dell’associazione locale, HRYO e l’associazione D’Antilles et D’Ailleurs hanno organizzato eventi e workshop per le donne locali: l’obiettivo era quello di comprendere la particolare situazione politica e sociale dell’isola delle Antille e rendere possibile un processo di riorganizzazione della propria immagine come donna all’interno della società martinicana, ma anche riflettere sulla violenza, di genere e non, sul diritto all’uguaglianza e sulla politica dei diritti. Il progetto mirava a creare un’immagine diversa del proprio sé che aiuti le donne ad abbattere gli stigmi sociali, ad aumentare la loro indipendenza economica, contribuendo a migliorarne la salute anche mentale. Il punto di leva per sollevare le giuste rivendicazioni, in Martinica come altrove, ma qui è più marcata la responsabilità del mercato come potenza regolatrice pressoché assoluta della vita (tutto ha un prezzo), è nelle competenze linguistiche, nel soddisfacimento delle necessità educative, nella lotta alla povertà e alla scarsa formazione professionale, le vere nemiche delle donne di quest’area del mondo.

Dato il livello di coinvolgimento nelle attività quotidiane dell’associazione D’Antilles et D’Ailleurs, le partecipanti hanno potuto vedere le somiglianze e le differenze culturali rintracciabili tra le donne dei diversi Paesi. Inoltre, la possibilità di lavorare direttamente con le destinatarie ha contribuito ad avere la piena prospettiva della questione femminile in Martinica, dove non si contano le vittime della tratta di esseri umani e della violenza di genere. Non è secondario il risultato di aver potuto comprendere dall’interno la particolare situazione politica e sociale di Martinica, fondamentalmente parte dell’Europa ma, allo stesso tempo, realtà estremamente isolata, molto diversa da quelle delle metropoli o dei paesi europei. Innumerevoli, poi, le differenze culturali coesistenti nello stesso territorio. Questo aspetto del progetto è stato favorito dalla collaborazione con l’ampia rete dell’associazionismo locale, che ha permesso alle partecipanti di conoscere e collaborare, ad esempio, con il Mouvement du nid, un’associazione nazionale presenti in ogni regione francese che si batte per l’abolizione della prostituzione. 

L’associazione siciliana ha invece condiviso con le giovani donne d’Oltreoceano le conoscenze acquisite attraverso la realizzazione dei progetti passati nello stesso settore, indubbiamente un vantaggio nel fornire suggerimenti e tecniche utili ai partecipanti per affrontare situazioni delicate quando si ha a che fare con donne in situazioni di vulnerabilità. 

“Every woman i san Island” si è rivelato un progetto di estremo coinvolgimento psicologico: le partecipanti  hanno avuto l’opportunità di lavorare direttamente con le donne vittime di sfruttamento sessuale, comprendendo gli ostacoli che minano l’autodeterminazione di queste donne, per le quali è stato necessario mettere a punto una comunicazione non verbalizzata di accoglienza e di partecipazione.

Attraverso l’osservazione e i metodi di “learning by doing”, le partecipanti hanno potuto comprendere quanto sia importante avere la capacità  di comunicare con donne vittime di violenza di genere, ma soprattutto quanto sia indispensabile raggiungere le donne in situazioni di vulnerabilità. Le associazioni partecipanti al progetto hanno creato contenuti rilevanti, da un manuale pronto all’uso sulla situazione politica e sociale in Martinica che comprende anche una parte sostanziale sulla situazione delle donne alla elaborazione di dati sulla prostituzione e sul pericolo di malattie veneree nel Paese. L’esperienza in Martinica è a disposizione di tutti grazie a un video.documentario realizzato da HRYO. Il video è stato pubblicato anche su Youtube ed è stato inserito un link nel Manuale per dare una maggiore diffusione al contenuto.

Tra le attività più rilevanti per la ricaduta sul contesto della Martinica segnaliamo l’infografica sui metodi di contraccezione più efficaci, la creazione di un gioco di educazione non formale a tematica femminista, la sensibilizzazione dei giovani sul concetto di femminismo e trans femminismo, la creazione di eventi formativi sulle malattie collegate al cancro al seno, la partecipazione alla Giornata internazionale del diritto all’aborto. Martinica ha una situazione difficile: l’aborto è legale in Francia e l’isola è diventata una sorta di ricovero per donne anche in avanzato stato di gravidanza che vogliono abortire.

Comments are closed