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[:it]Sono partita per quest’esperienza in Lettonia senza nessun pregiudizio e non avevo molto chiaro in mente come si sarebbe svolto questo job shadowing presso lo youth center. La portata e le potenzialità del progetto le ho capite durante i 21 giorni ed anche dopo, al ritorno in Sicilia.
Sin da quando si è fatta trovare all’aeroporto di Riga per accompagnarci a Ranka, Jana, la nostra mentore, si è dimostrata una persona vivace, disponibile e piena d’idee,una vera manna dal cielo in molte occasioni, visto che Ranka si è dimostrata più piccola delle mie aspettative.

 

Lo Youth center, dove abbiamo svolto il nostro periodo di Job Shadowing, è uno dei pochi posti di aggregazione giovanile ed è dotati di ampi spazi esterni e di una serie di giochi da tavolo non indifferente, una vera passione per loro.
Durante le 3 settimana ho potuto notare che sia Jana che Aiga, l’altra youth worker, lasciavano liberi i ragazzi di scegliere come impiegare il tempo al centro, una scelta saggia visto che per la maggior parte si trattava di di ragazzi dai 12 anni in poi. Di tanto in però a proposto attività più organizzate, come l’Escape room a due gruppi di ragazzi. Sin dai primi giorni al centro Jana ci ha chiesto cosa poteva fare per rendere il nostro periodo lì il più proficuo possibile e siamo giunti all’ idea di fare un workshop sulla cittadinanza europea per i ragazzi della regione di Gulbene, per il quale ci siamo occupati di organizzare le attività.

 

Inoltre Jana si è preoccupata anche delle nostre attività “extra-lavorative” che col senno di poi sono state importanti per creare un gruppo ancora più affiatate: tra il vivere e il lavorare insieme e la sauna, il nostro gruppo è tornato in Italia coeso e con la voglia di scrivere uno scambio giovanile.

A proposito di scambi, ideare il workshop è stato per me il primo approccio all’educazione non formale dalla parte del “formatore”. Si è trattato di un’ esperienza che mi è piaciuta anche se non sono mancati i gli errori. Durante l’ideazione della giornata europea ho capito che la programmazione delle attività e ritagliarsi del tempo per provare e riprovarle è fondamentale. Alla fine a giornata si è rivelata un successo, confermato del momento di valutazione delle attività svolto dai ragazzi. È stato bello vedere come i ragazzini si sono trovati via via sempre più coinvolti nelle attività proposte e come si siano aperti con noi, parlando sempre più naturalmente in inglese. A fine giornata Jana ha voluto parlare con noi degli aspetti positivi e dei punti critici, sottolineando come sarebbe più logico dividere la gestione delle attività tra di noi invece di fare tutto tutti insieme, e che bisogna mostrarsi sempre sicuri di sé. Ho apprezzato molto la sua sincerità e faro tesoro dei suoi consigli.

Jana p stata utile anche perché ci ha fatto uscire da Ranka per farci incontrare Anita, che lavora per il comune di Gulbene e gestisce lo Youth Center. Anita ha più di 10 anni d’esperienza col programma Erasmus+ e lei ci ha dato delle dritte su come trovare i partners, l’ispirazione e come scrivere un progetto efficace in generale. Ci ha poi invitato ad una riunione degli youht workers della regione, per parlare dei risultati dei vari progetti Erasmus+ in giro per l’Europa e per fare della gamification, un buon modo di fare team building.
Dopo queste 3 settimane posso dire di avere un’idea molto più chiara riguardo come scrivere ed implementare uno scambio giovanile e non vedo l’ora di farlo.

Girolama Orlando[:]

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