Volge al termine il primo step del progetto Little Wings – a trip to the recognition of our rights, lanciato dall’associazione H.R.Y.O. (Human Rights Youth Organization), con il supporto del Council of Europe e della European Youth Foundation, organo del Consiglio d’Europa.
L’iniziativa punta all’inclusione sociale di 8 minori stranieri non accompagnati e 8 minori italiani inseriti in percorsi di giustizia riparativa, tra i 14 e i 18 anni, tramite attività su tematiche specifiche quali la xenofobia, l’islamofobia, razzismo, pregiudizi e sessismo, che puntano a incrementare la consapevolezza dell’importanza dell’altro visto come risorsa.
Il primo step del progetto è rappresentato da un corso base d’italiano per i minori stranieri non accompagnati. Le lezioni, che hanno impegnato i ragazzi per buona parte dell’estate, hanno seguito una metodologia trasversale all’intero progetto che combina tecniche di educazione formale ad opportunità di apprendimento informale, nell’ottica di sviluppare le competenze comunicative dei ragazzi, non esclusivamente tramite la mera acquisizione cognitiva, ma offrendo allo stesso tempo un momento di crescita e sperimentazione relazionale.
Si è partiti così dai sostantivi, dal maschile e dal femminile, singolare e plurale, aggiungendo i difficilissimi articoli italiani, per proseguire con i tempi verbali e la loro declinazione, passando dalla fatica dei verbi irregolari, e andando avanti con aggettivi, lessico, lettura, produzione, conversazione e tutto il necessario per rinforzare quanto possibile le basi della loro comunicazione in lingua italiana.
Non si è mancato di introdurre il lessico specifico legato alle tematiche che saranno approfondite durante la seconda fase del progetto che li vedrà coinvolti, dal 12 al 18 Settembre, in attività di formazione non formale.
Parlando di diritti umani, stereotipi e discriminazioni, i ragazzi hanno avuto modo di partecipare attivamente alle lezioni e aprire dibattiti esprimendo la propria opinione.
È stato in questo modo interessante notare che pregiudizi e stereotipi, i quali si pensa siano direzionati esclusivamente verso la macrocategoria degli immigrati, sono anche presenti nelle visioni degli immigrati stessi. Infatti, se gli stereotipi sono categorie che “semplificano”, allora l’immaginario connesso all’immigrazione femminile dalla Nigeria, quello della tratta e della prostituzione, viene traslato in atteggiamenti discriminanti e preconcetti nei confronti dei casi singoli.
Di contro, i gambiani vengono denigrati in quanto neri, rispetto ai nigeriani, e si imputano i mandingo di essere bravi solo a lottare. Al termine di uno dei dibattiti, è infine da loro stessi nata la frase risolutiva “non giudicare un libro dalla copertina”.
I ragazzi hanno così avuto modo di sperimentarsi nel racconto di sè e della loro cultura. Un’opportunità significativa di scambio e condivisione culturale è stata offerta poi dalla comunità dei laici comboniani, i quali, col tramite dello SRAR di Comunità Urbane Solidali, hanno invitato presso la loro comunità La Zattera tutti i partecipanti del corso, che hanno potuto sperimentarsi nella comunicazione in italiano con un nutrito gruppo di giovani radunati da varie parti d’Italia.
Chi se l’è sentita ha raccontato la sua personale storia di migrazione verso l’Italia, offrendo al gruppo ospitante uno spaccato reale e declinato sul caso singolo di un fenomeno di massa che siamo abituati a conoscere quasi esclusivamente filtrato dai media. Incontrare dei minori stranieri non accompagnati da’ infatti reale contezza di quelli che sono i vissuti e le difficoltà che questi ragazzi hanno fronteggiato, una sfida quotidiana che continua anche nel paese di destinazione, con lo spaesamento dovuto allo shock culturale, le attese per ottenere i documenti e l’isolamento sociale da cui non è facile uscire.
C’è poi chi ha preparato un piatto del proprio paese e chi ha recitato una sura del Corano, in un’atmosfera ricca di condivisione e apprendimento.
Il 12 Settembre parte invece il secondo step del progetto Little Wings, una settimana intensa di attività full time che impegneranno i ragazzi alla fine del loro corso base d’italiano, insieme ad un gruppo di minori italiani inseriti in percorsi di giustizia riparativa per riflettere su tematiche specifiche quali la xenofobia, l’islamofobia, razzismo, pregiudizi e sessismo.
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