DSC_0003Sensitisation For Action è un progetto di mobilità che ha visto impegnati circa quaranta operatori giovanili, provenienti da 12 diversi paesi europei e non solo, per un Training Course (Corso di Formazione) di cinque giorni ad Örkelljunga, piccola cittadina della Svezia meridionale vicina al confine con la Danimarca. Tre di loro (Maryna, Said e Laura) hanno rappresentato l’Italia e l’HRYO.

Il corso ha avuto luogo nella splendida cornice del Missionsgården Strandhem ad Örkelljunga che ha caldamente accolto i quaranta partecipanti al progetto offrendo sia il vitto che l’alloggio in una dimensione assolutamente calda e familiare, dotata di palestra, camere da letto per due persone, ristorante, stanze comuni per ogni esigenza ed una fantastica sauna in pieno stile nordico. Il tutto in un tipico ambiente da cartolina: in mezzo al verde, al lato di uno splendido lago navigabile con le canoe gentilmente offerte dalla struttura, in un’atmosfera rilassante che promuoveva la concentrazione ed il confronto.

Il progetto mirava a fare emergere i bisogni degli operatori giovanili impegnati in attività di sostegno ai diritti umani, nonché offrire efficienti strumenti e metodologie di risoluzione dei conflitti e delle problematiche relative alla materia. Ci ha permesso di entrare profondamente nelle tematiche attinenti l’immigrazione, l’integrazione, l’intercultura e lo scambio di buone pratiche, permettendoci di imparaDSC_0031re costantemente gli uni dagli altri.

Il processo di apprendimento però non si è limitato alle sole, per quanto utilissime, attività riguardanti i metodi da spendere nel lavorare con persone provenienti da differenti culture.

Uno dei pomeriggi, infatti, è stato dedicato alla visita di una comunità per minori stranieri non accompagnati presente ad Örkelljunga. Abbiamo così avuto modo di parlare con alcuni ragazzi circa le difficoltà ed i pericoli che hanno incontrato lungo il loro viaggio, abbiamo raccolto informazioni utili sul sistema di accoglienza in Svezia e persino ricevuto qualche lezione di svedese!

In uno degli ultimi giorni, il gruppo ha inoltre partecipato ad un comitato aperto al pubblico di Örkelljunga per discutere sul lavoro svolto dai centri di accoglienza, sulle procedure e l’importanza dell’operatore giovanile, soprattutto in comunità che hanno vissuto crimini di odio sulla base della paura e seguente discriminazione di culture quali quelle islamica ed africana (islamofobia e afrofobia).

Alla fine del corso di formazione ognuno ha avuto la possibilità di scambiare contatti per idee progettuali future, così da incontrarsi e lavorare ancora insieme su argomenti di tale spessore e rilevanza.

Quest’esperienza di mobilità è stata un successo per tutti i partecipanti, i quali hanno potuto crescere sia personalmente che professionalmente, portando a casa un bagaglio di esperienze, incontri, nuovi metodi, concetti ed attività da spendere nella vita quotidiana, quali ad esempio la tecnica di comunicazione non violenta illustrataci in una delle attività, semplice ma essenziale per risolvere i problemi con cui si scontra ogni giorno chi lavora con giovani provenienti da differenti culture. Un metodo che insegna a riflettere sui propri bisogni e sul modo in cui avanziamo le nostre richieste, un metodo che prova come una comunicazione sia sempre possibile e che l’unica reale forma di comunicazione sia quella non violenta, laddove nessuno prevarica sull’altro e ciascuno può esprimere il proprio stato d’animo e le proprie necessità nel rispetto dei sentimenti e dei bisogni altrui.

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