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 L’arte si esprime come uno strumento che promuove l’inclusione, specialmente nel processo di apprendimento. La pratica come insegnamento promuove le condizioni perché l’arte sia vettore di apprendimento e di coesione. Da questi due assunti nasce un progetto Erasmus+ KA2 (Strategic Partnerships for adult education – Exchange of Practices) lanciato con un bando straordinario per lo sviluppo strategico denominato Fine art for fine learning. Partito all’inizio dell’anno scorso, il progetto si è appena concluso dopo aver elaborato in un’attività molto intensa diverse buone pratiche per la creazione congiunta di nuove risorse, strumenti e conoscenze ispirati alle arti per favorire la partecipazione sociale, la leadership e la resilienza tra giovani ed operatori nel mondo giovanile.

A portare avanti Fine art for fine learning sono state cinque associazioni: Amarante Marâo Clube (del Portogallo), Human Rights Youth Organization (Sicilia, Italia),   Együttható Közösségépítő Egyesület  (in Ungheria), Società Unite dei Balcani (di Salonicco, Grecia) e  l’organizzazone coordinatrice, la Fundació Catalunya Voluntària (Spagna).

“L’impatto sociale ed educativo delle belle arti è molto rilevante per la crescita dei giovani  – dice Abril Marcozzi, di HRYO -.  A causa della complessità delle competenze chiave, da quella digitale alla civica, dalla creativa alla leadership, alla resilienza, e degli studi che ci permettono di vedere che nei curricula formali dei giovani questi aspetti sono quasi del tutto assenti, abbiamo creduto fin dall’inizio nelle opportunità insite in questo progetto, in un momento storico in cui tutta l’Europa vive una crisi senza precedenti e l’intera società, soprattutto dopo la pandemia da Covid-19, ha minato le capacità di resilienza dei nostri giovani”.

Il progetto Fine art for fine learning ha mirato a creare nuove attività e format che promuovono un uso più intenso ed esteso delle belle arti implementando laboratori, giochi, presentazioni e mostre, realizzabili sia online sia offline: un modo, dunque, per far connettere l’arte ai giovani e al mondo del lavoro non solo a quello del semplice svago. L’arte, appunto, come motore di apprendimento, sviluppo personale e professionale.

Il progetto ha sostenuto 25 persone coinvolte in più di 20 organizzazioni di diversa natura in

attività educative sperimentali sotto forma di workshop, progettazione e realizzazione di nuovi giochi ed esercizi non formali e interculturali che sviluppassero le competenze digitali, civiche e creative incentrate sulla promozione della leadership sociale e della resilienza tra giovani, ma anche la conoscenza dell’uso delle belle arti come strumento educativo inclusivo, in grado di migliorare abilità e attitudini specifiche, basato sui bisogni della comunità e sull’interazione tra persone.

Tutti i risultati sono stati adeguatamente condivisi tra le cinque associazioni. Interessante è sottolineare come per “apprendimento FINE” il gruppo internazionale di lavoro intenda un doppio significato. Se da un lato “fine” sta per “corretto, buono, adeguato”, dall’altro è un acronimo, la strada per un apprendimento “Focused Inclusive, Nurturing and Engaged”.

Le cinque organizzazioni, come abbiamo detto, hanno sviluppato un intenso programma. Due sono state le attività regionali, quattro quelle internazionali: nel mezzo, la realizzazione di un manuale, consultabile anche online. Uno strumento che a breve sarà a disposizione di tutte quelle realtà che lavorano a stretto contatto con i giovani e i giovanissimi.

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